La pala di Giovan Simone Tornabuoni, l’Intriso (accademico dal 1588), ha motto “Ambrosia e nettar non invidio a Giove” (Petrarca, Canzoniere, 193.2) e raffigura un maiale che mangia il beverone di crusca.
Sembra che questa sia in assoluto la prima pala in ordine cronologico a essere stata eseguita. In effetti il tono aulico dell’impostazione, racchiusa nel tipico specchio a cartiglio in cui tra Cinque e Seicento erano inclusi in stemmi gentilizi, contrasta col tono volutamente rustico e plebeo dell’impresa prescelta. Anche l’inquadratura ironizza lo stemma gentilizio, data la presenza degli elementi intrecciati allusivi alla decorazione in pietra, che riprendono, in tono leggermente caricaturale, quelli similmente usati nell’araldica: spighe, grano, rape, fronde di quercia con ghiande, una tipologia ricavata dagli elementi costitutivi del pasto dell’animale raffigurato, il maiale. Anche il motto nella sua forzatura ossimorica sottolinea il tono ironico.