Imbozzimato

Cosimo Mannucci

La pala di Cosimo Mannucci, l'Imbozzimato (accademico dal 1590), ha motto "Alla tela novella" (Petrarca, Canzoniere, 40.2) e raffigura una ciotola con dentro una colla fissante ottenuta con acqua e crusca (bozzima) con la quale venivano trattati i fili d'ordito per dar loro maggiore consistenza.

L'impresa rappresenta l'operazione dell'imbozzimatura; la bozzima era una specie di colla fissante, ottenuta da acqua e crusca con la quale venivano trattati i fili di ordito per dar loro maggiore consistenza e renderli quindi meno soggetti a rotture e più duttili per le successive operazioni della licciatura e della tessitura.

Tra le prime attestazioni quella dello "Statuto del Comune di Lucca" del 1308, dove nei capitoli del III libro che regolamentano l'arte della seta, è fatto espresso divieto ai tessitori di usare “bozima” se non fatta “de acqua clara et semola”. Con frode, infatti, venivano aggiunte ai componenti consentiti materie grasse quali olio, sugna ecc., per aumentare il peso del filato e dare maggiore lucentezza ai filati di seta di seconda qualità. Si vedano, al proposito, i ricorrenti divieti di impiego di questa “bozima”, ad esempio, nei "Bandi lucchesi" durante tutto il XIV secolo e ancora i processi intentati a Genova dal Magistrato della Seta nel periodo 1570-99 contro i tessitori rei di aver impiegato seta “affaitata”, cioè trattata con questo miscuglio.

Sull'argomento, si veda anche la voce "Furfur" in N. Lemery, "Dizionario overo trattato universale delle droghe semplici", Venezia 1737 (1697), p. 143: “I Tintori si servono di una decozione di crusca fatta nell'acqua comune e colata, per dare maniera di colla alla loro tintura”.

Nella pala l'operazione tecnica appare isolata da ogni contesto ambientale e ridotta alla presentazione delle componenti essenziali, che ne sottolineano il valore emblematico.