Imperfetto

Orazio Ricasoli Rucellai

La pala di Orazio Ricasoli Rucellai, l'Imperfetto (accademico dal 1626), ha motto "Per ammenda" (Dante, Purgatorio XX, 65) e raffigura un disegno a matita che si cancella e si corregge con la mollica di pane.

Il Buonmattei nella Narrazione dello stravizzo del 1641 allude a questa pala dicendo che non era compresa tra quelle che erano servite per l'addobbo: “io non vi seppi già vedere quella dell'Imperfetto [...] né di alcun altro di que' che si trovano a Roma; non so se per colpa loro, o del dipintore, o pur de' censori troppo rigidi e fisicosi”; segno evidente che il Ricasoli Rucellai aveva già progettato l'impresa, ma non l'aveva fatta eseguire, forse perché non gli era stata ancora concessa l'approvazione.

Filippo Baldinucci alla voce «cancellare» del suo Vocabolario Toscano dell'Arte e del Disegno (Firenze 1681), non a caso dedicato agli “illustrissimi e virtuosissimi signori Accademici della Crusca”, così dice: “i Pittori per cassare le linee e contorni fatti con matita fregano sopra di essi con midolla di pane”.

Al riferimento implicito del soprannome con l'operazione sopra descritta si aggiunge un referente secondario, costituito dal fatto che il disegno a sanguigna, imperfetto, raffigura il Torso del Belvedere, allora una delle più celebri statue dell'antichità, e le cui “imperfezioni”, dovute alle ingiurie del tempo, si era più volte tentato di colmare con progetti di restauro, uno dei quali fu affidato a Michelangelo.

La rappresentazione di questa impresa costituisce uno degli episodi di più alta qualità nella serie delle pale. Il clima di “natura in posa” è sottolineato, nell'oscurarsi dello sfondo che mette in risalto gli oggetti dall'andamento ondulato dei bordi dei fogli, dallo sbriciolarsi della mollica, del trompe d'oeil del cartiglio col soprannome, striscia di carta leggermente raggrinzita, appuntata sul bordo del tavolo su cui poggia il disegno.