La pala di Girolamo Lanfredini, lo Spolverato (accademico dal 1640), ha motto "Per via dritta e spedita" (Petrarca, Canzoniere, 91.7) e raffigura un vaglio 'alla francese' dal quale il grano, scendendo, si separa dalla polvere.
Il dipinto, di notevoli esiti artistici, presenta in primo piano un documento importante per la cultura materiale: un vaglio «alla francese». Questo strumento, denominato anche vaglio «romano», era costruito di legno e ferro ed era simile a quello usato dai muratori; esso permetteva di setacciare le parti più minute, per mezzo di una rete metallica intramezzata da assicelle di legno, mentre le parti più grossolane e le impurità ricadevano al di fuori. Lo strumento viene tuttavia qui emblematizzato e decontestualizzato attraverso l'inserimento in un paesaggio con lago e barca, di sapore quasi pre-romantico, e l'andamento ondulato dei cartigli a nastro.
Il Lanfredini nel 1650 chiese di mutare il suo nome in quello di Grezzo, con una nuova impresa raffigurante «pinocchi a imbianchir nella crusca» e il motto «or mi fo bello» (Petrarca, Canzoniere, 338.14), ma «i censori non vollero passarla..., e non lo consentendo ci furono grandissime dispute..., e messa a partito non passò. Se ne incollerì lo Spolverato, e chiese i motivi perché tale impresa fosse esclusa, al che liberamente fu risposto che l'impresa non era cattiva, non dovea per alcun modo preferirsi alla prima»; questo nome e l'impresa del Grezzo furono poi assunti da Ugo della Stufa.