La pala di Filippo Corsini, il Chiaro (accademico dal 1665), ha motto “Vostra mercè” (Petrarca, Canzoniere, 128.54) e raffigura due bocce di vetro, la più grande piena di vino con posatura che viene travasato in quella più piccola per mezzo di due sifoni fatti di paglia.
Terminus post per l’esecuzione della pala è il 14 giugno 1677, quando in una lettera del Corsini a Lorenzo Magalotti (cfr. Parodi, II, 366) si descrive questa impresa. Ma l’effettiva realizzazione deve essere di parecchi anni posteriore, dato che il nome accademico figura solo nel 1697-98, e che il disegno dell’impresa non si ritrova nel manoscritto C.
Quanto all’accenno del Corsini, che nella sua impresa «vi era allusione alla carica» (Parodi, ib.) il manoscritto strozziano precisa «Chiarito (questo è il soprannome che viene indicato) Mar. Filippo Corsini era Coppiere del G. D.». Appare, a questo punto, interessante l’osservazione avanzata da Corsini stesso «Non so se la passeranno (l’impresa) essendo il costume della paglia in uso solamente tra’ villani, e non tra la gente di garbo». La scelta da parte degli accademici di situazioni ambientali, costumanze, oggetti chiaramente rustici, aveva, anche quando si poteva collegare ad un’esperienza o ad una situazione personale, valore di contrasto, e veniva avvertita con chiaro distacco.