Incolto

Annibale Ranuzzi

La pala di Annibale Ranuzzi, l’Incolto (accademico dal 1663), ha motto “Sì che rifulga” e raffigura una treccia di capelli posti a imbiondire nella crusca. 

L'impresa si qualifica in funzione oppositiva rispetto  al soprannome scelto, in quanto l’uso, al quale accenna, di rendere biondi e lustri i capelli con i quali erano confezionate le parrucche, contrasta con il termine, usato come pseudonimo, di “Incolto”, cioè di persona che ha scarsa cura del proprio aspetto esteriore.

La rappresentazione situa gli elementi simbolici, isolati, su un masso ambientato nel paesaggio, quasi un’ara, del quale si mettono in rilievo gli spigoli scheggiati. La scelta “arcadica” della composizione, il cui esempio illustre, da intendersi come lontano, ma impositivo ascendente, è quello di Poussin, ha trovato nel corso della seconda metà del Seicento vasta e anche dimessa diffusione; essa avrà seguito fortunato, nell’ambientazione “silvestre” o “agreste”, anche per elementi dell’illustrazione anatomica, nelle opere più tarde di Albinio e di Manget.