Risanato

Lorenzo Fabbri

La pala di Lorenzo Fabbri, il Risanato (accademico dal 1717), ha motto "Infiniti sospir del mio sen tolse" (Petrarca, Canzoniere 105. 56) e raffigura un'incudine con sopra posati alcuni chicchi di grano dai quali si estraeva, con ferro infuocato, un olio che serviva a curare le affezioni cutanee.

Il dipinto fa parte del gruppo di pale prodotte nel terzo decennio del XIX secolo e riproduce accuratamente la descrizione letteraria riportata dagli inventari, ma è impossibile ipotizzare l'iconografia originaria della pala. La pratica farmacologia raffigurata si collega ai dati biografici del Risanato che esercitò la professione di medico. Il "Ricettario Fiorentino" così descrive tale procedimento: «L'olio del grano e della senapa si cava, arrostendogli sopra una teglia e mettendogli allo strettoio, ò vero pestandogli», mentre nel "Dizionario overo Trattato universale" di N. Lemery, si legge: «I grani di frumento contengono molt'olio e sal volatile, o essenziale. Sono pettorali e raddolcenti presi in decosizione...». Nel caso raffigurato dalla pala, l'olio era usato per curare la "morfea": erano così designate fin dal XV secolo affezioni cutanee di diverso tipo.