La pala di Neri Venturi, il Purificato (accademico dal 1754), ha motto “Libero è qui da ogni alterazione” (Dante, Purgatorio, XXI.43) e raffigura una grande stufa in cui veniva sottoposto il grano a grande calore per medicarlo e poterlo conservare.
L’opera, che fu eseguita tra il 1754 e il 1756, ricorda l’uso di medicare il grano, sottoponendolo a forte calore dentro una “stufa”. Di tale pratica tratta Bartomoleo Intieri nel suo “Della perfetta conservazione del grano”, pubblicato a Napoli nel 1754, che così descrive tale invenzione: «La stufa è un piccolo edifizio di fabbrica di mattoni simile a una torretta quadrata di cui l’interno contiene un solo stanzino lungo e largo tredici palmi napoletani, alto diciannove, e fatto a volta di quelle, che diconsi a botte […] Non ha che questo stanzino una sola porta alta sette palmi […] ed un occhio di un palmo di diametro fatto nel muro sopra la porta, il quale serve da sfiatatoio. Di sopra evvi un terrazzo, il quale dee esser chiuso intorno de’ parapetti […] col suo tetto di tegole difende l’intero edifizio […]» (p. 37). E ancora: «[…] che a tirarlo il grano su cogli argani de’ muratori si risparmia tempo e sudore» (p. 42). A pagina 1 del testo compare un’incisione della stufa firmata da M. B. Galiano e da Fr. Cepparulli, da cui è stata evidentemente tratta l’immagine della pala.