Ventilato

Francesco Sabatini

La pala di Francesco Sabatini, il Ventilato (accademico dal 1988), ha motto "L'aura mi volve, et son pur quel ch'i' m'era" (Canzoniere, 112, 4) e raffigura un contadino che alza una pala piena di grano affinché il vento ne rimuova la pula. Sullo sfondo è riconoscibile un paesaggio delle montagne abruzzesi (con il paese di Pescocostanzo, luogo natale dell'accademico).

«Gli Accademici della Crusca amavano paragonarsi ai mugnai, che estraggono la farina dal grano e poi la separano dalla crusca. Per questo assumevano la pala del mugnaio come emblema personale e quindi strumento su cui apporre il proprio nome accademico, che alludesse al proprio atteggiamento e tipo di lavoro. Io mi sono scelto il nome di “Ventilato”, riferendomi alla ventilazione che permette al grano di asciugarsi prima della molitura, raffigurandomi come un contadino che attende a questa operazione in una giornata di vento, come appunto si faceva in passato. Riferita alla lingua, l’idea della ventilazione si traduce in accettazione del movimento, del rinnovamento. Il verso di Petrarca, «L’aura mi volve, et son pur quel ch’i’ m’era» (Canzoniere, 112, 4), giocato sul doppio senso di l’aura “vento” e Laura la donna amata, dice, in sostanza, “il vento-Laura mi agita, ma io resto anche quel che ero”. Riferite da me alla lingua italiana, quelle parole vengono a significare che il vento delle novità la muove, ma essa resta, deve restare, anche legata alle sue radici. Dunque, rinnovamento e continuità. Un bel programma, senza dubbio, da applicare a molti settori». (Francesco Sabatini)