Il motto è un verso del Paradiso di Dante (XX, 73): “Quale allodetta che ’n aere si spazia”.
La pala rappresenta un’allodola in un campo di grano maturo,
con una spiga nel becco, mentre nel cielo, alle prime luci dell’alba, è
raffigurata un’altra allodola in volo. L’immagine evoca la simbologia tradizionale
dell’allodola, protettrice dei campi e delle messi, che appena fa giorno si
alza in volo cantando. Si riconosce sullo sfondo Milano, la città dove
l’Accademica vive e lavora, con i grattacieli che ne caratterizzano il nuovo
profilo. All’orizzonte si intravede la linea sfumata delle Grigne, del Resegone
e delle Prealpi lombarde, ben visibili nei giorni limpidi da Milano e ritratte
per la prima volta da Leonardo in alcuni celebri disegni.
Il nome Ariosa si riferisce, oltre che alla simbologia
dell’allodola, anche alla provenienza dell’Accademica, milanese d’adozione ma
di origine pavese: “Arioso” che in Toscana vale anche borioso (chi si dà delle
arie), in accezione gergale milanese ha tutt’altro senso. “Milanese arioso”
dicesi ironicamente di chi è immigrato dal suburbio o dalla provincia, o da
Cerignola d’Apulia, e vuol gabellarsi per cittadino “della cerchia antica”
(Carlo Emilio Gadda in una sua nota a L’Adalgisa. Disegni milanesi).