La Biblioteca dell’Accademia della Crusca è l’unica in Italia specializzata in lingua italiana e linguistica generale. È composta da un’ampia raccolta di testi classici (letterari, filosofici, giuridici, scientifici, storico-artistici) e da una ricchissima sezione di dizionari, di grammatiche e di riviste italiane e straniere. Contiene anche importanti fondi speciali: manoscritti letterari, incunaboli, cinquecentine e i Citati, ovvero i volumi da cui gli Accademici trassero le citazioni a sostegno delle voci del Vocabolario.
Questo cospicuo patrimonio si è andato formando fin dai primi anni di vita della Crusca: nelle diverse sedi occupate nel corso dei secoli, il fondo librario è stato concepito dagli Accademici come un necessario strumento per i loro studi, in particolare per le due attività peculiari nel corso della storia dell’istituzione, l’attività filologica e quella lessicografica. Dalla fondazione dell’Accademia al 1783, anno che vide l’accorpamento della Crusca nell’Accademia fiorentina seconda, per volere del granduca Pietro Leopoldo, la raccolta libraria ebbe un discreto incremento anche in seguito a donazioni da parte degli Accademici.
La nascita istituzionale della Biblioteca accademica risale al primo decennio dell’Ottocento, al momento della ricostituzione napoleonica dell’Accademia, con la creazione della figura dell’Accademico bibliotecario, a cui venne affidata la cura della Biblioteca, con lo specifico incarico di compilarne il catalogo. Nel corso dell’Ottocento, il patrimonio librario si arricchì notevolmente, in primo luogo con i volumi provenienti dalle soppressioni conventuali napoleoniche e post-unitarie, ma anche grazie a doni e acquisti.
Dal 1923 (anno di radicale cambiamento per l’attività della Crusca, che portò ad un nuovo ordinamento dell’Accademia con la principale conseguenza dell’interruzione della compilazione del Vocabolario e degli atti accademici) anche la Biblioteca subì una battuta d’arresto: venne deciso di abolire la figura dell’Accademico bibliotecario, alla quale si sostituì quella del bibliotecario e sempre meno cure furono dedicate alla Biblioteca.
L’impianto attuale risale agli anni Sessanta del Novecento, quando l’Accademia recuperò l’impresa lessicografica e la rifondò con criteri e strumenti moderni; si cominciò allora a ricostituire la Biblioteca, organizzandola in sezioni e dotandola di un nuovo catalogo, per farla strumento adeguato alla compilazione del nuovo Vocabolario.
Negli anni a noi più vicini la vita della Biblioteca è stata caratterizzata da un costante e organico arricchimento, integrato dalla donazione delle biblioteche di linguisti e letterati, tra i quali si ricordano Bruno Migliorini, Pietro Pancrazi, Gabriella Giacomelli, Giovanni Nencioni, Arrigo Castellani e Francesco Mazzoni nonché dall’automazione di tutti i servizi, avvenuta nel 1993 e dalla creazione di diverse banche dati digitali, finalizzate alla conservazione e valorizzazione del patrimonio librario della Crusca, consultabili nella sezione Scaffali digitali del sito dell’Accademia.
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