La stanza della guardia

Alla sala di consultazione della Biblioteca si accede dalla “Stanza della Guardia”, una sala di anticamera dove sostavano i servitori e gli staffieri che dovevano star pronti ad assistere i signori.

Sul soffitto di questa stanza campeggia un affresco che rappresentata La Vigilanza e il Sonno, voluto da Don Lorenzo de’ Medici e affidato Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, uno tra i più importanti pittori del Seicento fiorentino.

Nella sua parte alta è rappresentata la Vigilanza, con uno strumento musicale in mano, circondata da fanciulli e affiancata da una gru con una pietra nella zampa (pronta a destare le compagne in caso di pericolo lasciandola cadere); nella parte inferiore dell’immagine, invece, c’è il Sonno, dormiente per l’influenza dei fumi oppiacei del papavero, con un corno posato alla sua destra. Il Baldinucci, moralizzando ulteriormente il contrasto, ritenne che il Sonno venisse "risvegliato per ordine di quella [Vigilanza], da alcuni fanciulli, i quali con papaveri accesi ad una lucerna, gli affumicano le narici".

L’antinomia della scena è ribadita anche dai motti che si leggono nei due cartigli agli estremi dell’affresco: “Tace chi dorme e chi è desto suona” e “Chi molto dorme si riposa poco”.

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